Riverboat Gamblers

Se vuoi parlare di punk rock negli anni 2000, non puoi esimerti dal citare i Riverboat Gamblers: sulle scene dal 1997, questa band ha saputo distinguersi tra le mille meteore del genere, con il proprio sound, diretto ed efficace che viene ripresentato con le nuove vesti di “The Wolf You Feed”, il sesto capitolo in studio, fresco di pubblicazione con la storica etichetta Volcom Entertainment! Nati alla fine di un decennio in cui il punk rock statunitense ha fatto da padrone, i Riverboat Gamblers nascono come contrasto al dilagare della nuova corrente artistica, musicale e sociale conosciuta sotto il nome “emo”. Caratterizzato dalla stesura di canzoni sempre al limite che parlano di bere, gioco d’azzardo ed eccessi, il gruppo inizia a farsi conoscere attraverso le prime esibizioni live in feste private e piccoli spettacoli pubblici in tutta Denton, loro città natale. Dopo la calda accoglienza riservata a “Something to Crow About”, la band decide di trasferirsi ad Austin, dove inizia la ricerca di un’etichetta discografica che supporti il loro lavoro. Ed è così che, dopo un’energica e chiassosa performance al South by Southwest, la band firma un sodalizio con la Gearhead Records per poi approdare all’attuale Volcom Entertainment che nel 2005 gli apre le porte del Warped Tour! Da allora è stato un susseguirsi di note biografiche di tutto rispetto: supporto ai concerti di Rancid e Rise Against, apparizioni in colonne sonore di videogame (American Wasteland Tony Hawk, Madden NFL e Rock Band 3) e la doppietta Warped Tour (USA) e Eastpak Antidote Tour (Europa) che li ha visti protagonisti nel 2010. Dopo un neverending tour la band ha deciso di dedicare il proprio tempo alla produzione di nuovo materiale, ed è così che nel maggio 2012, preceduto dallo streaming gratuito sul sito della band, è uscito “The Wolf You Feed”. Presentato in occasione del Punk Rock Bowling, l’ultimo album dei Riverboat Gamblers è forse il più ambizioso tra i lavori della band, tanto da spostare il proprio sound verso sonorità hard rock, senza mai allontanarsi troppo dalle proprie origini punk rock. Fresco e piacevole più che mai, il disco è stato pre-prodotto interamente a Los Angeles in compagnia di Ted Hutt (Flogging Molly, The Gaslight Anthem), ed è il risultato di un lavoro di insieme che traspare il vero spirito del gruppo: tagliente ed orecchiabile più che mai, stretto saldo a quel periodo storico in cui il punk rock iniziava a contaminare il vecchio rock’n’roll, come un una generazione per la quale sarebbe stato normale se i Dictators si fossero uniti ad una delle produzioni più eccentriche di Iggy Pop. E nonostante i Riverboat Gamblers reincarnino quel periodo riescono perfettamente ad inserirsi nel contesto attuale, proponendo canzoni di una varietà indiscutibile che mette a confronto tutte le influenze musicali della band, dando un risultato incredibile e ogni volta rinnovato all’ascolto. In definitiva tutto questo si ricollega al titolo dell’album, un riferimento alla tradizione Navajo che racconta che ognuno di noi ha due lupi dentro di se: uno rappresenta il bene, l’altro il male. Bisogna costantemente nutrirne uno per sacrificare l’altro, un’eterna lotta tra il bene e il male che ciascuno deve svolgere quotidianamente.

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