Heaven’s Basement

Le prime impressioni contano, e l’impatto dell’album di debutto degli Heaven’s Basement è uno di quelli da lasciare senza fiato, come un jet che urla sull’asfalto pronto a decollare. La seconda impressione è più o meno la stessa e ad un nuovo ascolto vi ritroverete a suonare insieme alla band in una scatenata sessione di air guitar senza precedenti. Terzo, quarto, quinto ascolto e i dettagli cominciano ad emergere dalla mischia, rivelando un quadro generale incredibile e maturo, nonostante la giovane età della band attiva dal 2008. Come il loro suono, anche la line up si è affinata nel corso degli anni, fino ad arrivare alla formazione attuale che, insieme ai membri originali Chris Rivers alla batteria e Sid Glover alla chitarra, vede la sua definizione con l’arrivo del bassista Rob Ellershaw e il cantante Aaron Buchanon. La band ha lavorato sodo e ha suonato molto, in tour come supporto per Papa Roach e Buckcerry, e guadagnandosi le apparizioni in festival importanti come il Sonisphere, il Download, il Bloodstock e l’Hard Rock Hell. La tappa successiva è stato un viaggio a Los Angeles per lavorare con il produttore John Feldman alla produzione del primo disco in studio “Filthy Empire” che sarà pubblicato a febbraio con Red Bull Records. La scelta di un produttore come Feldman per un album di debutto non è da tutti: “E’ stato bravo a trasformare le nostre idee scapestrate e a provare qualsiasi cosa, che è esattamente quello che facciamo ogni volta che ci troviamo in studio”, spiega Buchanan, “Non aveva paura di farci impazzire con le idee e i cambiamenti. Questo ha causato normali attriti alle volte, ma tutto in nome di cioè che ora è un grande album, che tutti possono ascoltare e assaggiare come una nuova droga mai provata prima!””Siamo molto fiduciosi” aggiunge Rivers, “vogliamo andare in più posti possibili, suonare davanti a tanti volti nuovi e infilarci in situazioni in cui non siamo mai stati prima. Vogliamo dare tutti noi stessi in tante sfide quante riusciamo ad affrontarne lungo il cammino”.

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